Qui a Villa Sant’Angela il tempo scorre regolare, siamo ormai a tre quarti del nostro percorso, ma con le ospiti ogni giorno sembra il primo.
Ci sono quelle che ti riconoscono da in fondo al corridoio, e felici chiamano il tuo nome per salutarti, e ci sono quelle che sanno di conoscerti ma non si ricordano il tuo nome, né il tuo viso ed è divertente vedere come ti sorridono e dicono “questa è una mia amica” pur non ricordandosi minimamente chi tu sia. Infine ci sono quelle signore la cui “memoria a breve termine” si è persa da qualche parte, che ripetono sempre le stesse cose, che ti chiedono sempre il nome, dove abiti, e concludono con le frasi dolci tipiche delle nonne come: “sei proprio una bella ragazza”.
La settimana scorsa ad esempio una signora dopo avermi salutata mi ha detto: “beh comunque auguri!” subito le ho chiesto il perché, lei mi ha risposto con un sorriso dicendomi: “è il tuo compleanno giusto?”. Da quello che ho imparato in questi mesi smentire una signora e in un certo senso riportarla alla realtà non è sempre la cosa giusta. Bisogna cercare di assecondare i suoi pensieri e i suoi discorsi senza bloccarla e cercando di costruire attorno a lei una conversazione che sia stimolante e costruttiva. Non sempre questo è possibile, un po’ per il tempo, un po’ per la pazienza, perché ascoltare una signora anziana che ti racconta per l’ennesima volta che ha cinque fratelli e che il quarto è stato prigioniero di guerra, per quanto avvincente e bello possa essere, stanca.
Ciò nonostante dovremmo ricordarci che ciò che ci raccontano, che sia una verità lucida o solo ricordi misti a desideri del passato, è importante, loro sono il nostro passato e bisogna sempre imparare da chi prima di noi ha fatto sbagli o esperienze che potrebbero incidere anche sulle nostre vite. Infine, non abbandonate quelle signore che non sono più in grado di fare un discorso completo e che si perdono tra le parole di una frase, state loro accanto, parlate con loro. La memoria è la più grande eredità che ci possano lasciare.
Alessia
“La memoria è il diario che ciascuno di noi porta sempre con se”
Oscar Wilde