Ciao a tutti, sono Giada, volontaria del servizio civile universale presso la sede di Villa Sant’Angela. Sono tornata a parlarvi della mia esperienza per tenervi sempre aggiornati.
Sono ormai un po’ di giorni che è venuta a mancare un’ospite qui a Villa Sant’Angela, e questa, direte voi, non è una novità. Tuttavia per me lo è stata. In questi 4 mesi di servizio civile sono venute a mancare più di una signora, ma la morte di quest’ultima mi ha colpito particolarmente. Ho instaurato con lei un rapporto significativo fin da quando, un paio di mesi fa, ha cominciato a passare l’intera giornata nella sua stanza, non essendo più in forze per alzarsi. Ho così deciso di prendermi l’impegno e il piacere personale di andare ogni giorno a trovarla, per ridere e scherzare assieme. Fino a che, negli ultimi giorni la vedevo spenta e non aveva più la forza di rispondermi, e infine la morte l’ha portata con sé. Fino all’ultimo giorno, mi riconosceva comunque, e spalancava gli occhi quando mi vedeva. Annuiva e accennava un piccolo sorriso quando le dicevo qualcosa di spiritoso. Quando si è spenta, ho cominciato a riflettere molto. Noi volontarie abbiamo fatto formazione sulla morte, ma quando capita poi sembra poco anche tutto quello che ci era stato detto per prepararci.
Ma dunque secondo voi, al tavolo da gioco della vita, la morte vince sempre? Io credo che se anche ad un certo punto la vita di ciascuno viene portata via, non è la morte che vince. Mi piace pensare che quando una persona se ne va, la sua vita si perpetua in quella dei figli, o in quella di chi ha conosciuto lasciandogli un pezzo di sé, una frase, un insegnamento, un sorriso. E così, se pur quella persona non c’è più, rimangono le parole che ha speso per gli altri, i sorrisi che ha donato, le azioni che ha fatto. Quindi nessuno svanisce mai del tutto con l’arrivo della morte, che ci fa tanta paura perché sembra che tutto possa, ma non può di certo cancellare la vita di una persona che è stata, che è trascorsa.
Riporto dunque qui di seguito una frase di San Paolo che racchiude il mio pensiero: “Dov’è, o morte, la tua vittoria?”.
Concludo dicendo che sarebbe bene vivere tenendo presente che non è detto che il futuro sia nostro, e quindi non dobbiamo attenderlo come se dovesse venire sicuramente e nemmeno disperarci come se sicuramente non potesse venire.
Giada Bidese