Durante il nostro percorso di operatrici volontarie, noi ragazze abbiamo il compito di creare dei progetti individualizzati con una delle ospiti presenti nella struttura.Questi progetti sono costruiti per creare una maggior interazione tra noi e loro e propedeutici al mantenimento di alcune capacità acquisite ad esempio: lettura, scrittura, coordinazione, logica, mettere in ordine cronologico degli avvenimenti.
Ho deciso di chiamare il mio progetto “ricordi di vita” perché con la signora con cui ho intrapreso questo percorso abbiamo parlato della sua esperienza, dei suoi modi di vivere le tradizioni, della sua vita e dei suoi affetti più cari.
Inizialmente pensavo che questo progetto fosse più difficile perché si sa, non è sempre semplice entrare in una realtà così fragile e parlare della propria vita con una persona apparentemente estranea.
Ma io e G. (chiamerò questa signora così per privacy) abbiamo instaurato un rapporto davvero speciale, siamo entrate in sintonia sin da subito: siamo molto simili, ci bastano poche parole per capirci. Giorno dopo giorno mi sono guadagnata la sua fiducia e cosi sono arrivata ad oggi ad essere considerata come una nipote, a metterle lo smalto e chiederle consigli.
Mi riempie il cuore essere diventata così speciale e importante per lei, è gratificante il suo sorriso e la felicità che mi trasmette dopo i nostri incontri, credo che quest’amicizia continuerà anche dopo il mio percorso di servizio civile. Mi ha insegnato molto tutto questo. Non servono gesti o azioni eclatanti basta esserci, e saper ascoltare e vedere oltre i limiti che noi ci poniamo.
Petra Vezzaro