All’inizio di quest’anno di Servizio Civile desideravo provare a vivere un’esperienza totalmente nuova per me, che potesse aiutarmi a sentirmi preziosa e utile per gli altri. Un altro desiderio che avevo prima di cominciare era quello di imparare tante cose nuove, acquisendo nuove conoscenze e competenze. Quasi tutte le mie aspettative si sono realizzate, nonostante le difficoltà derivate dal particolare periodo che stiamo vivendo che hanno, in parte, ostacolato il normale svolgimento del nostro servizio.
Una sfida che mi sono posta quest’anno è quella di imparare a controllare le mie emozioni nei momenti di difficoltà, accettando anche le critiche degli altri, pazientando e chiedendo scusa senza lasciarmi prendere dallo sconforto. Mi sono resa conto che in alcuni momenti mi sono lasciata prendere troppo dall’agitazione, ma con il trascorrere del tempo sono riuscita a fare molti passi in avanti.
Tuttavia ci sono ancora delle cose in cui mi sento ancora di dover migliorare, ovvero l’ordine e riuscire a mantenere sempre la calma e la serenità anche per aiutare l’altro, evitando di mettere entrambi in una situazione scomoda e di disagio.
Quest’anno ho imparato a relazionarmi e a dialogare con persone appartenenti ad una generazione molto diversa dalla mia, che mi hanno dato la possibilità di arricchire il mio bagaglio di esperienze. Ho imparato anche ad aiutare nell’alimentazione alcune ospiti in difficoltà, scoprendo l’importanza e la sensibilità del linguaggio non verbale. Ho compreso il valore del sostegno e della vicinanza accanto all’ospite, anche attraverso l’interscambio con i familiari con l’utilizzo delle nuove tecnologie (videochiamate).
Questa esperienza mi ha permesso di capire un valore importante riguardo la fase finale della vita, ovvero che questo momento merita il massimo rispetto con l’obiettivo di accompagnare ogni persona in modo sereno, facendola sentire amata. Ho capito che la morte non significa la fine di tutto: ognuno rimane nel cuore e nei ricordi delle persone che più le hanno voluto bene.
Inoltre, ho imparato che lavorare all’interno di una casa di riposo richiede grandi energie e tanto impegno ma, nonostante questo, è un lavoro che riempie il cuore. Ho avuto l’occasione di vedere il lavoro di operatrici e infermieri sul campo giorno e notte, perché è necessario avere costantemente la loro presenza.
Nel futuro, quest’anno sarà molto utile per me perché mi ha portato a maturare sotto diversi punti di vista, mi ha insegnato a lavorare collaborando con gli altri e mi ha fatto scoprire alcuni lati del mio carattere che non conoscevo.
Elisa Tracanzan